Narcisismo e relazioni. Il mio nuovo articolo per il blog di Tages Onlus sulle modalità con cui i narcisisti percepiscono i propri partner, e se stessi, all’interno della relazione
#ARTICOLO
Il narcisismo patologico, a differenza di quello sano, si caratterizza per un’autostima disregolata e serve a proteggere un sé solo in apparenza grandioso (Ronningstam, 2005). Poiché i processi personali ed interpersonali sono orientati all’accrescimento della propria autostima, le persone narcisiste tendono ad utilizzare i loro partner come mezzo per stabilire, mantenere e potenziare la visione positiva di se stessi. Di conseguenza, cercano con forza l’apprezzamento degli altri ma poi non sono in grado di apprezzarli a loro volta: tutto ruota attorno al proprio valore personale ed i sentimenti vengono sacrificati. Sono egocentrici e poco o per niente empatici, più preoccupati di come appaiono che non di cosa sentono e questo li conduce ad un esagerato investimento nella propria immagine a spese del sé (Lowen, 1992).
Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Personality and Individual Differences, si è occupato di indagare i modi in cui i narcisisti tendono a relazionarsi con i propri partner (Zeigler-Hill & Trombly, 2018), mettendo a confronto due tendenze apparentemente contraddittorie: la rivalità e l’ammirazione. Lo studio si è basato sul “Narcissistic Admiration and Rivalry Concept (NARC) model” (Back et al., 2013), una concezione bidimensionale dei processi con cui il narcisista persegue la grandiosità, e che distingue tra ammirazione narcisistica e rivalità narcisistica. La prima modalità sarebbe basata su un orientamento di tipo assertivo (utilizzo di autoaffermazione, potere sociale, agency, ricerca dell’unicità) mentre la seconda si delineerebbe come una forma fondata sull’antagonismo (utilizzo di conflitto sociale, svalutazione dei rivali, comportamenti aggressivi ed ostilità). Le due strategie, seppur diverse tra loro, sono orientate verso lo stesso obiettivo, mantenere una grandiosa opinione di se stessi, e non sono tra loro mutuamente escludentesi. Anche se i dati di ricerca su questo modello non sono ancora molti, sappiamo comunque che l’ammirazione narcisistica tende a condurre verso conseguenze più positive, come una migliore autostima ed un’invidia benevola, mentre la rivalità narcisistica si associa spesso a conseguenze maggiormente negative quali un’autostima instabile ed una forma malevola di invidia (Back et al., 2013; Geukes et al., 2017; Lange, Crusius & Hagemeyer, 2016).
Lo studio in questione ha approfondito in particolare il rapporto che intercorre tra ciascuna di queste due modalità di relazionarsi e la visione che il narcisista ha di se stesso e del/la compagno/a, in termini di “mate value” (e cioè di desiderabilità come partner). Questo giudizio di valore, derivato dalla teoria di Darwin, fa riferimento all’insieme dei tratti percepiti come desiderabili nei potenziali compagni e si trova alla base della selezione del partner con cui costituire relazioni amorose (Coombs, 1961). Dai risultati della ricerca è emerso che le persone caratterizzate da alti livelli di ammirazione narcisistica considerano il partner, ma anche se stessi, come maggiormente desiderabili; inoltre è stato rilevato che riconoscere questo valore al proprio compagno/a, rappresenta un mediatore nella percezione positiva di sé. Ciò significa che, almeno in parte, l’autopercezione dei narcisisti passa attraverso la desiderabilità attribuita al partner. Le persone che invece sono caratterizzate da alti livelli di rivalità narcisistica riportano giudizi negativi sulla desiderabilità sia dei propri partner che di sé; questo suggerisce che la tendenza a svalutare gli altri, fatta di antagonismo e insicurezza, può avere implicazioni negative anche sulla visione di se stessi.
In sostanza qualunque sia la modalità, la questione è sempre molto più personale che interpersonale. Sia nell’idealizzazione che nella competizione infatti il ‘primum movens‘ è la regolazione della propria autostima: la personalità narcisistica sente il bisogno di essere ammirata piuttosto che amata (Kernberg, 1995) ma perseguendo questa grandiosità, i narcisisti, si scontrano con la loro difficoltà nel comprendere gli stati mentali propri ed altrui, trovandosi a vivere relazioni interpersonali problematiche che finiscono per minacciare proprio quel senso di grandiosità tanto ricercato, lasciando l’autostima di nuovo instabile (Carcione & Semerari, 2017). I bisogni veri di una persona non possono essere colmati attraverso un’immagine (Lowen, 1992) e di sicuro entrare in una relazione cercando di soddisfare i proprio desideri di ammirazione è molto pericoloso.
Infatti, come è emerso dalla ricerca, anche quando la forma prevalente è l’ammirazione essa funge comunque, almeno in parte, da strumento per validare il proprio valore personale: gli attributi del partner ammirati e idealizzati (come la bellezza, la ricchezza o il potere) vengono incorporati inconsciamente come parti di sé (Kernberg, 1995). E nonostante i narcisisti abbiano elevati standard quando si tratta dei loro partner, non li valutano comunque in maniera eccessivamente positiva, ma tendono piuttosto a valutare se stessi come superiori al fine di mantenere alte la propria autostima e la sensazione di dominanza (Campbell, Rudich & Sedikides, 2002). Questo significa che il partner deve soddisfare gli standard ideali posti dal narcisista ma non può in alcun modo superarlo, altrimenti si innescherebbe l’invidia; ma al contempo il partner non può neppure essere inferiore perché questo attiverebbe processi di svalutazione. E così il partner si trova costretto ad essere come il narcisista vuole che sia, a seconda del suo bisogno (Kernberg, 1995).
In conclusione, qualunque sia la modalità attraverso cui si rapporta al partner, il risultato non cambia: il narcisista è sempre in relazione senza esserlo davvero. Il “bozzolo narcisistico” (Modell, 1975) è una difesa utilizzata per proteggersi dai pericoli della relazione; infatti legarsi all’altro e diventarne in qualche modo dipendente è una possibilità temuta e negata perché implicherebbe il riconoscimento dell’invidia, nei confronti di ciò che l’altro ha da offrire, e della gratitudine per la dipendenza stessa (Kernberg, 1995). E così, al narcisista l’amore di sé appare come incompatibile con l’amore per gli altri (Carcione & Semerari, 2017), ma non è che il narcisista ami solo se stesso e nessun altro: egli ama male se stesso e gli altri (van der Waals, 1965).
Dott.ssa Veronica Cavalletti
Psicologa – Direttrice del Centro Clinico di Tages Onlus a Firenze
(Iscrizione all’Ordine degli Psicologi della Toscana n°6867)
Bibliografia:
Back, M. D., Küfner, A. C., Dufner, M., Gerlach, T. M., Rauthmann, J. F., & Denissen, J. J. (2013). Narcissistic admiration and rivalry: Disentangling the bright and dark sides of narcissism. Journal of Personality and Social Psychology, 105, 1013-1037.
Campbell, W. K., Rudich, E. A., Sedikides, C. (2002). Narcissism, self-esteem, and the positivity of self-views: Two portraits of self-love. Personality and Social Psychology Bulletin, 28, 358-368.
Carcione, A., & Semerari, A. (Eds.). (2017). Il narcisismo e i suoi disturbi: la terapia metacognitiva interpersonale. Firenze: Eclipsi.
Coombs, R.H. (1961). A value theory of mate selection. The family life coordinator, 10 (3), 51-54.
Geukes, K., Nestler, S., Hutteman, R., Dufner, M., Küfner, A.C.P., Egloff, B., Denissen, J.J.A., & Back, M. D. (2017). Puffed-up but shaky selves: State self-esteem level and variability in narcissists. Journal of Personality and Social Psychology, 112, 769–786.
Kernberg, O.F. (1995). Relazioni d’amore. Normalità e patologia. Milano: Raffaello Cortina Editore.
Lange, J., Crusius, J., & Hagemeyer, B. (2016). The evil queen’s dilemma: Linking narcissistic admiration and rivalry to benign and malicious envy. European Journal of Personality, 30, 168–188.
Lowen, A. (1992). Il narcisismo: l’identità rinnegata. Bergamo: Universale Economica Feltrinelli.
Modell, A.H. (1975). A narcissistic defence against affects and the illusion of self-sufficiency. The International Journal of Psycho-analysis, 56(3), 275-82.
Ronningstam, E.F. (2005). La personalità narcisistica. Verso una comprensione clinica integrata. Milano: FrancoAngeli.
Van Der Waals, H.G. (1965). Problems of narcissism. Bullettin of the Menninger Clinic, 29, 293-311.
Ziegler-Hill, V., & Trombly, D. R. C. (2018). Narcissism and mate value: Is beauty in the eye of the narcissistic beholder? Personality and Individual Differences, 122, 115-119.